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CITAZIONE Questo fa capire come cambi la percezione e la consapevolezza degli eventi a seconda del modo e della collocazione in cui la si vive, fosse successo da un'altra parte, senza conoscere il contesto, forse tra chi punta il dito con arroganza e senza pietà ci sarei anche io.
è quando si inzia a farsi queste domande, che ci si rende conto che qualcosa non va, che forse per becerissimo interesse, per avere qualche click in più, chi dovrebbe informare arriva a mistificare la realtà, non è una cosa nuova, lo "sbatti il mostro in prima pagina" c'è sempre stato, ma forse mai come oggi, di fronte ad una mole di informazioni che porta molti a leggere soltanto i titoli degli articoli (e non è raro, almeno a mia esperienza, che leggendo l'articolo si scopra che il titolo c'entra poco, è solo un clickbait, a volte adirittura contraddetto dal contenuto dell'articolo) c'è chi ne approfitta, poi quando senti un famoso scrittore e giornalista concionare contro "l'informazioni asettica" cioè il riferire i fatti, e non le opinioni che il giornalista ha di essi, i dubbi ti vengono raddoppiati, le opinioni va bene che sìci siano, ma non al posto dei fatti
CITAZIONE Ho raggiunto il punto di rottura quando, crescendo, ho iniziato a capire meglio i programmi di approfondimento. Forse ero troppo ingenua e distratta prima o è cambiato il modo di fare giornalismo, il fatto è che ad un certo punto ho sentito questi approfondimenti come una sorta di violenza postuma.
Ci sono stati casi particolari, soprattutto di ragazzine, in cui veniva sviscerato ogni particolare della loro esistenza, i segreti della vittima resi pubblici. Non so voi, ma io lo trovo orrendo.
Mi chiedo onestamente a cosa serva violare così l'intimità di una persona: qual è il confine tra informazione e spettacolarizzazione?
Cosa serve sapere davvero al "pubblico" e quando invece diventa solo una forma perversa di pettegolezzo?
l'ho sempre trovato una cosa ripugnante, e forse non saprò stabilire un confine esatto, ma dovunque sia, penso lo si sia già superato e che sia ora di dire basta
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