1. Quanto sono realmente liberi i nostri pensieri?

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    By Light il 23 Feb. 2014
     
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    Come da titolo, che non c'entra con la libertà di pensiero (o meglio, d'espressione) come viene comunemente intesa, mi sto chiedendo se siamo davvero liberi di pensare come vogliamo.

    Questa mia riflessione è scaturita dopo la conclusione di un noto Festival andato in onda questa settimana in tv, che tutti quanti noi conosciamo.
    Non voglio soffermarmi molto su questo: c'è chi lo guarda e chi lo snobba ed è su questa seconda categoria, cui io appartengo, che voglio esprimere il mio pensiero.

    Perché alla fine anche se snobbiamo, schifiamo, diciamo categoricamente "NO" a qualcosa, soprattutto in questo caso (ma vale in generale), ci ritroviamo a parlarne e ad interessarci, anche solo per un attimo e alla fine è come se ci ritrovassimo a far parte della prima categoria, viene a mancare "l'opposizione", che dovrebbe esserci sempre in ogni contesto per un buon equilibrio.
    Che tutto ci influenzi almeno un po' è naturale, ma sembra che certi concetti ci vengano talmente inculcati nella testa che alla fine è impossibile liberarcene, come il ritornello di una canzone fastidiosa.
    Non è più probabile quindi che noi ci crediamo liberi pensatori, mentre in realtà c'è sempre qualcuno che esercita una forma di controllo ben precisa su di noi, con tanto di fili, senza rendercene conto?
    E allora cos'è davvero un pensiero libero, totalmente? Esiste? E se non è così, come dovremmo sentirci a riguardo?



    Il pensiero stavolta è breve perché stavolta mi interessa una condivisione più pratica, che non si limiti ad una lettura ma vada oltre. Spero che ne venga fuori un buon dibattito, fatevi sotto con i commenti dunque! :birra:
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    Alla faccia della 'condivisione pratica' è una domanda complicatissima e ce richiederebbe risposte assurdamente lunghe.
    Facciamo finta di niente e andiamo molto velocemente.

    No, non sono d'accordo.
    Ognuno è influenzato dal contesto sociale, dalle scelte che fa e da quelle che, prima che possa essere 'libero' di scegliere, gli altri fanno per lui. Ognuno è influenzato dalle letture che fa o dallo spazio che dedica alla letteratura rispetto al calcio (non è un giudizio di valore, non a questo livello).
    Nel bene e nel male (e non mi sembra particolarmente importante distinguerle) è vero che siamo "costretti" a passare da alcune tappe ma questo non significa che sia un condizionamento a priori della mente.
    Perché io posso andare ad una bancarella di libri e scoprire il libro che mi cambierà la vita (non è un esempio casuale), oppure posso stare in casa e vedere Sanremo: ma questo significa che non mi cambierà la vita o che sono scemo e ottuso? No, semplicemente è una scelta fatta, sbagliando o no. Poi uno deve anche porsi la domanda: quale tipo di importanza voglio dare a determinate cose?
    Se non mi interessa leggere o giocare a calcio non credo sia un problema, basta chiarirlo con se stessi.
    Se io voglio fare l'asceta nei circhi (anche questo non è casuale, se volete ci torniamo su) senza considerare altro non credo sia un problema, è una scelta criticabile, detestabile, oppugnabile, ma sempre una scelta è.

    ... Mi fermo qui, volevo scrivere una cosa flash senza scomodare argomentazioni filosofiche (e cartesiane nello specifico) o citazioni letterarie come Huxley, Orwell (che non mi piace), Dick, DeLillo, e chi più ne ha più ne metta: che pure sarebbero interessanti in questo contesto, ma sarebbero davvero troppo complesse da inserire in un discorso non specifico.
     
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    Ho le braccia a pezzi a forza di abbracciare le nuvole. (Charles Baudelaire)

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    No no vade retro le argomentazioni filosofiche :asd: !
    Però non parlavo di scelte, mi riferivo solo ai "riflessi incondizionati".
    Quindi solo a situazioni di quel tipo, in cui tu rifiuti qualcosa e pensi di scamparla ma alla fine sei così bombardato che assorbi tutto, anche se non vuoi... e ti viene l'ansia, perché non capisci più cosa vuoi davvero.
     
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    non si tratta di argomentazioni filosofiche :asd: almeno non solo di quelle
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    Che tutto ci influenzi almeno un po' è naturale

    gli esseri umani non sono (o non dovrebbero essere) "animali gregari", non siamo (non dovremmo essere) formiche, ma siamo comunque "animali sociali", abbiamo dei meccanismi psicologici che ci consentono di coesistere in gruppo, meccanismi che hanno effetto anche se ora i gruppi sociali in cui viviamo superano le dimensioni delle antiche tribù, e riusciamo a coesistere e a collaborare proprio perchè ci influenziamo a vicenda, purtroppo sono meccanismi sfruttabili anche dalla pubblicità :sisi:
     
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    Ho ricevuto qualche giorno fa una email contenente un commento da mettere in questo topic, non so di chi fosse ma dico alla persona, se passa di qua: Registrati e posta! XD
     
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