Come da titolo, che non c'entra con la libertà di pensiero (o meglio, d'espressione) come viene comunemente intesa, mi sto chiedendo se siamo davvero liberi di pensare come vogliamo.
Questa mia riflessione è scaturita dopo la conclusione di un noto Festival andato in onda questa settimana in tv, che tutti quanti noi conosciamo.
Non voglio soffermarmi molto su questo: c'è chi lo guarda e chi lo snobba ed è su questa seconda categoria, cui io appartengo, che voglio esprimere il mio pensiero.
Perché alla fine anche se snobbiamo, schifiamo, diciamo categoricamente "NO" a qualcosa, soprattutto in questo caso (ma vale in generale), ci ritroviamo a parlarne e ad interessarci, anche solo per un attimo e alla fine è come se ci ritrovassimo a far parte della prima categoria, viene a mancare "l'opposizione", che dovrebbe esserci sempre in ogni contesto per un buon equilibrio.
Che tutto ci influenzi almeno un po' è naturale, ma sembra che certi concetti ci vengano talmente inculcati nella testa che alla fine è impossibile liberarcene, come il ritornello di una canzone fastidiosa.
Non è più probabile quindi che noi ci crediamo liberi pensatori, mentre in realtà c'è sempre qualcuno che esercita una forma di controllo ben precisa su di noi, con tanto di fili, senza rendercene conto?
E allora cos'è davvero un pensiero libero, totalmente? Esiste? E se non è così, come dovremmo sentirci a riguardo?
Il pensiero stavolta è breve perché stavolta mi interessa una condivisione più pratica, che non si limiti ad una lettura ma vada oltre. Spero che ne venga fuori un buon dibattito, fatevi sotto con i commenti dunque!
Questa mia riflessione è scaturita dopo la conclusione di un noto Festival andato in onda questa settimana in tv, che tutti quanti noi conosciamo.
Non voglio soffermarmi molto su questo: c'è chi lo guarda e chi lo snobba ed è su questa seconda categoria, cui io appartengo, che voglio esprimere il mio pensiero.
Perché alla fine anche se snobbiamo, schifiamo, diciamo categoricamente "NO" a qualcosa, soprattutto in questo caso (ma vale in generale), ci ritroviamo a parlarne e ad interessarci, anche solo per un attimo e alla fine è come se ci ritrovassimo a far parte della prima categoria, viene a mancare "l'opposizione", che dovrebbe esserci sempre in ogni contesto per un buon equilibrio.
Che tutto ci influenzi almeno un po' è naturale, ma sembra che certi concetti ci vengano talmente inculcati nella testa che alla fine è impossibile liberarcene, come il ritornello di una canzone fastidiosa.
Non è più probabile quindi che noi ci crediamo liberi pensatori, mentre in realtà c'è sempre qualcuno che esercita una forma di controllo ben precisa su di noi, con tanto di fili, senza rendercene conto?
E allora cos'è davvero un pensiero libero, totalmente? Esiste? E se non è così, come dovremmo sentirci a riguardo?
Il pensiero stavolta è breve perché stavolta mi interessa una condivisione più pratica, che non si limiti ad una lettura ma vada oltre. Spero che ne venga fuori un buon dibattito, fatevi sotto con i commenti dunque!
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