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Ciò che lo specchio riflette
Non è mai stato bello. Ma la cosa peggiore è che in realtà la mia immagine riflessa è molto meglio di quella che vedono gli altri. Negli autoscatti faccio la furba: uso la modalità "specchiata" e a volte ne vengono fuori alcuni carini, che uso per tirarmi un po' su. Ma sono menzogne.
Di fatto la figura che mi ritrovo davanti è spenta (e sempre più rotonda). Ho un viso e una fisionomia troppo stupidi e tristi per essere veri.. -
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Ho un viso e una fisionomia troppo stupidi e tristi per essere veri.
Pio non deve prendere il posto di gnogno! 
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5 luglio
In questo periodo non sono brava ad esprimermi, sto imparando a tenermi dentro le lagne.
Oggi però è stata una giornata emotivamente pesante. Anche se dovrei ricordare una cosa molto bella (per l'epoca) avvenuta nel 2008, ormai è passato remoto... La mia mente è fissa sull'anno 2016. E su una persona.
Ho dipinto le unghie di un verde smeraldo, un colore che dovrebbe essere simbolo di speranza, più freddo e intenso di quello che attribuivo a costui, che era più acerbo, quello dell'erba fresca baciata dal sole.
Sento ancora, proprio come quel giorno, opprimere la gola dall'amarezza, quella della consapevolezza di essere di troppo, lontana e totalmente estranea, nonostante la vicinanza fisica. Eppure, stupidamente, in quei momenti ero molto fiera.
Di qualcuno per cui non valevo un cazzo, per cui ancora mi si gonfiano gli occhi per intere giornate.
Sapevo già che sarebbe stato l'ultimo "incontro" e forse proprio perché lo sapevo poi mi sono lasciata andare ridicolmente alle ondate di disperazione... quando so faccio sempre minchiate opposte a quello che dovrei.
La mia speranza è di lasciarmi indietro tutto questo e arrivare pure a riderci sopra.
Edited by Light - 27/8/2018, 23:39. -
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succederà, di questo puoi essere sicura, un giorno sarà tutto soltanto un ricordo. -
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Quando penso al 6 settembre 2015, sento ancora un forte fastidio. Quella data è in un certo senso legata a qualcosa che ho scritto nell'ultimo post in questo topic, ma prima di tutto riguarda il concerto dei Linkin Park a Roma, cui non sarei potuta andare indipendentemente dagli impegni, ma, non so perché, quell'evento mi è rimasto come rimpianto.
Sono una fan dei Linkin Park da ormai 14, 15 anni, ma non sarà più lo stesso ascoltarli. Forse non lo farò più per un po'.
Ho letto solo poco fa del suicidio di Chester Bennington, sono affranta. Quando ascolti certe parole che evocano emozioni e ricordi, ti leghi in modo particolare alla voce che le pronuncia, che se ne fa carico. A volte quella voce è più amica di quanto lo sia la gente che ci circonda.
Spesso penso che dovrei farlo anch'io, che le persone inutili dovrebbero liberare spazio in un mondo già sovraccarico.
Poi succedono queste cose che ti ghiacciano dentro e ti fanno rimettere in discussione il valore della vita.
Penso che chi si uccide davvero non stia lì a pensarci, a valutare i pro e i contro come i ciarlatani come me, cui il naturale attaccamento alla vita non è venuto a mancare. Non ci puoi arrivare davvero se sei lucido e pensi a ciò che potresti lasciarti dietro.
Il mondo è tanto cattivo. La vita finisce in un modo o nell'altro, o naturalmente o perché qualcuno si sente in diritto di toglierla. Ognuno di noi dovrebbe poter sentire in ogni momento di volerla preservare (salvo rare eccezioni), di poter sentire che c'è ancora qualcosa per cui valga la pena farlo.
È davvero triste.... -
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The Final Cut
Voglio darci un taglio. Un taglio che sia deciso, netto, fatto con forbici affilate che se non maneggiate con cura potrebbero uccidermi.
Non c'è una parte precisa della mia vita in cui voglio svoltare, direi che è un po' tutto. Sono stanca di questo limbo, voglio ripartire verso qualcosa di meglio o precipitare definitivamente.. -
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non tagliare i gnogni 
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Silenzio
Io non so capire i silenzi altrui. Non so capire quello che dicono, figuriamoci se poi devo interpretare. Io voglio sempre capire realmente le persone, cos'hanno in testa. Potessi passerei la mia vita a sezionare e analizzare la mente umana.
Posso fare solo tante ipotesi, ma in genere il silenzio altrui mi getta nello sconforto e nel panico.
È strano perché io non mi comporto in modo diverso: uso il silenzio e la sparizione molto di frequente. In genere indica uno stato di malessere che mi porta a chiudermi a riccio e/o una rabbia, un blocco improvviso verso chi mi ha ferita.
In genere cerco di uscirne, anche dopo anni cerco di trovare il coraggio e parlare a cuore aperto, chiudendo la questione lasciata in sospeso (anche se adesso sto smettendo e non mi piace questa piega che sto prendendo).
È così anche per te?
Non sono così ottimista per me stessa, credo proprio che non lo saprò mai.... -
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Io non so capire i silenzi altrui. Non so capire quello che dicono, figuriamoci se poi devo interpretare. Io voglio sempre capire realmente le persone, cos'hanno in testa.
a me capita di rado, di voler capire le persone
ma non apprezzo comunque l'uso del silenzio come forma di comunicazione,se non in casi davvero particolari
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Sproloquio
Io spero tanto che sia arrivato il momento di lasciar andare te, i sentimenti nei tuoi confronti che sono catene inutili e logoranti e così anche il senso di orrore quando mi guardo allo specchio e la voglia continua di farmi del male.
Lo specchio maledetto per me era il tuo sguardo così limpido, eppure con un alone torbido in fondo, in cui vedevo riflesso tutto ciò che desideravo essere e fare... e la totale impossibilità di raggiungere qualsiasi gradino più alto, oltre che te (che comunque eri in cima). Vedevo molto bene il mio essere irrimediabilmente inutile e inamabile, una condanna nella tua leggera smorfia di disgusto/disprezzo o qualunque cosa fosse a farmi sentire improvvisamente paralizzata e fredda. A distanza di così tanto tempo è ancora troppo doloroso per volerlo far continuare.
Una parte di me odia profondamente il fatto che le persone come te, che calpestano senza pietà chi ha il cuore di qualcuno tutto per loro perché è un giocattolo che non vogliono, possano andare avanti senza rimorsi, senza pagarla e magari essere pure felici. Solo che potrei maledirti all'infinito, ma a stare male sarei sempre io. E non ce la faccio più. Né tu né chiunque altro, incluso chi mi è vicino, potreste mai immaginare quanto io sia esausta, prosciugata, grigia.
Ho versato troppe lacrime, dimenticato troppe volte come si respira, ho perso affetto, subito prese per il culo (ma questo lo sai b
ene), ricevuto insulti insopportabili e dimenticato come si gode anche solo di una piccola cosa positiva... per qualcosa che mi ha solo svuotata del mio essere pulcino. Sono un guscio vuoto!
E non posso neanche darti qualche colpa, così da scagiornarmi e riprendermi il diritto a sentirmi bene.
Ma, veramente, basta. Voglio lasciar andare tutto. Non provare più nulla dicono sia il peggio e che comunque il dolore è vita. Ma io voglio solo un po' di quiete.. -
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Resti umani
Ognuno di nasce perché l'ha deciso qualcun'altro. Per desiderio, per uno sbaglio irrimediabile.
Non c'è un motivo da ricercare e soprattutto non c'è realmente un posto per tutti. Ci convinciamo che sia così e tentiamo di conquistarci il nostro spazio nel mondo, meritatamente o imbrogliando, che stia ad indicare il nostro diritto ad esistere.
Quanto vale, poi, questa esistenza?
Le nostre vite possono essere più o meno brevi, sprecate o intense. Non dipende neanche tutto da noi, forse abbiamo più potere sulla vita altrui che sulla nostra, un potere che si divide fra tutti coloro che incrociamo e varia di peso a seconda dell'importanza che decidiamo di dare a chi ci troviamo di fronte. In un certo senso si può dire che siamo tutti connessi, che dipendiamo gli uni dagli altri. Può farci sentire essenziali, immortali. Perché si sa, no? Anche quando siamo morti, non si tratta davvero della nostra fine, semplicemente ci trasformiamo. Ma in cosa esattamente? Possiamo sapere del corpo, ma tutto ciò che abbiamo avuto dentro, dove va a finire? La nostra essenza dove continua a vivere? Se siamo davvero importanti, non possiamo semplicemente scomparire.
Eppure la maggior parte delle vite sono delle scritte a matita su un foglio destinato ad essere riusato. Si continua a vivere principalmente nei ricordi e, se la vita non è stata farcita di grandi occasioni, si sopravviverà al massimo per poche generazioni.
Discorso diverso è per chi ha fatto grandi cose. Artisti che restano immortali nelle loro opere. Creature geniali che lasciano ai posteri le proprie invenzioni. Uomini di potere di cui si è costretti ad imparare almeno il nome a scuola.
E per il resto?
Polvere nel vento, dicevano i Kansas.... -
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o forse senza che sia deciso da qualcuno, oggi Pio è nichilista? c'è chi lotta per essere ricordato, c'è chi verrà ricordato per quello che ha fatto, anche se non lo ha fatto per quel motivo, e c'è chi non sarà ricordato, anche se forse lo meriterebbe, chi è la persona più importante, chi può dire di aver vissuto la sua vita?
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Lascia in pace le mie turbosupercazzole! 
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Ieri ero in fila alla cassa con 12 chili di spesa. Non avevo preso il carrello, non era in programma che decidessi di fare rifornimento di pasta e latte. E stavo lì, con le braccia che si spezzavano, pensando a quanto sono fessa.
Io che: faccio passare avanti gli altri;
mi sposto dal marciapiede quando deve passare qualcun altro o mi devo fermare, senza intralciare il passaggio;
riporto tutto sul bancone del bar e butto da sola briciole e tovaglioli perché mi dispiace lasciare il porcile sul tavolino;
tiro su i bidoni della spazzatura caduti sul marciapiede o in strada.
E tante altre cose che faccio non perché voglio sentirmi dire che sono gentile e una brava persona, quanto perché rappresentano l'esatto contrario di gesti e comportamenti che trovo irrispettosi, offensivi o semplicemente fastidiosi.
Ma che ci posso fare? Vedevo la gente davanti e dietro di me, che sbuffava per i fatti suoi, tutta di fretta, che guardava me sudatissima per lo sforzo con un'indifferenza che quasi mi inquietava, c'era chi si lamentava di chi compra troppa roba e della lentezza (anche chi aveva due carrelli).
E io ho unito tutti i puntini ed è uscita la parola FESSA..
