Apro il topic con quasi due ore di ritardo. Vorrei scrivere un breve pensiero riguardo la Festa della Repubblica.
Inizio con un'affermazione-bomba che potrebbe esplodermi tra le mani: io non sono per il patriottismo.
Non tengo molto alle tradizioni e non capisco il senso di voler costringere qualcuno a mandarle avanti (ci sarà sempre qualcuno disposto a farlo, senza imposizioni), per me tutto il mondo è paese, non sopporto quando si trasforma in quel nazionalismo cieco da pericolosi esaltati o viene usato come scusa per certe sparate un tantino becere e, soprattutto, sono convinta che bisogna impegnarsi per migliorare il luogo in cui si vive, nel proprio piccolo, indipendentemente dall'attaccamento che si può provare per esso, semplicemente per una questione di civiltà, benessere comune e volontà di costruire qualcosa di migliore per le generazioni future.
Tuttavia rispetto chi ha degli ideali diversi dai miei (quando non sono di limitazioni e disprezzo) e ama la patria e la serve soprattutto i virtù di quest'amore.
Badate bene che non sto dicendo che patriottismo=nazionalismo, il principio di nazionalità che comprende l'amore per la patria si basa sui valori di democrazia e libertà, contrapposti al desiderio di affermare la supremazia sulle altre nazioni che è tipica del nazionalismo. Quello che intendo è che il patriottismo può trasformarsi in nazionalismo quando subentra l'odio per "lo straniero", ma in questi casi è ovviamente una maschera e in altri casi i due concetti vengono proprio confusi.
Mi piace anche la storia di questo Paese, le lotte che si sono susseguite per ottenere qualcosa che forse non si è mai ottenuto davvero del tutto e ora si sente in pericolo.
Quando ho studiato Diritto Costituzionale, pur avendolo fatto in un modo un po' blando, me ne sono innamorata. Ho amato studiare le varie cariche dello Stato e molti degli articoli della Costituzione.
Sono affezionata alla Costituzione e la prima parte, secondo me, è davvero molto bella. È stato piacevole scoprire che qualcosa che avevo sempre creduto fisso, letterale, invece possiede tante sfumature e chi ci ha lavorato sopra è stato davvero lungimirante.
Non mi piace molto l'articolo riguardante i Patti Lateranensi inserito nei principi fondamentali immodificabili, a vabbè, che una cosa non mi piaccia personalmente non ne sminuisce l'importanza.
Invece il resto non lo trovo così immodificabile: anche fosse davvero la Costituzione più bella del mondo (riprende comunque il modello sovietico del 1936, lodata da Togliatti proprio durante dei discorsi all'Assemblea Costituente e molti dei punti della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che è stata sì firmata il 10 dicembre 1948, ma la sua redazione è stata ben più lunga e l'Italia ha fatto la sua parte, non sarebbe sorprendente se ci fossero stati degli "scopiazzamenti" in corso d'opera, d'altra parte la stessa Dichiarazione, usata come principale documento di riferimento per gli accordi successivi, si rifaceva già a Dichiarazioni risalenti al XVIII secolo, ai Quattordici punti di Wilson e alla Carta Atlantica), una cosa bella può essere comunque soggetta a variazioni e adattamenti. In un momento di cieca speranza avevo detto sì a un parziale cambiamento: non so che mi prese, credevo che potesse aumentare il senso civico e fosse arrivato il momento di combattere davvero corruzioni e voti di scambio. Marciumi che partono dal cittadino quando votano per i favori e che arrivano in alto.
Ma è la mentalità a dover cambiare e lo studio di questa storia, di com'è nata la repubblica, di come si è evoluta, di ciò su cui si basa, secondo me, è il primo passo.
Il topic subirà aggiunte, restate sintonizzati!
Edited by Light - 28/6/2017, 20:06
Inizio con un'affermazione-bomba che potrebbe esplodermi tra le mani: io non sono per il patriottismo.
Non tengo molto alle tradizioni e non capisco il senso di voler costringere qualcuno a mandarle avanti (ci sarà sempre qualcuno disposto a farlo, senza imposizioni), per me tutto il mondo è paese, non sopporto quando si trasforma in quel nazionalismo cieco da pericolosi esaltati o viene usato come scusa per certe sparate un tantino becere e, soprattutto, sono convinta che bisogna impegnarsi per migliorare il luogo in cui si vive, nel proprio piccolo, indipendentemente dall'attaccamento che si può provare per esso, semplicemente per una questione di civiltà, benessere comune e volontà di costruire qualcosa di migliore per le generazioni future.
Tuttavia rispetto chi ha degli ideali diversi dai miei (quando non sono di limitazioni e disprezzo) e ama la patria e la serve soprattutto i virtù di quest'amore.
Badate bene che non sto dicendo che patriottismo=nazionalismo, il principio di nazionalità che comprende l'amore per la patria si basa sui valori di democrazia e libertà, contrapposti al desiderio di affermare la supremazia sulle altre nazioni che è tipica del nazionalismo. Quello che intendo è che il patriottismo può trasformarsi in nazionalismo quando subentra l'odio per "lo straniero", ma in questi casi è ovviamente una maschera e in altri casi i due concetti vengono proprio confusi.
Mi piace anche la storia di questo Paese, le lotte che si sono susseguite per ottenere qualcosa che forse non si è mai ottenuto davvero del tutto e ora si sente in pericolo.
Quando ho studiato Diritto Costituzionale, pur avendolo fatto in un modo un po' blando, me ne sono innamorata. Ho amato studiare le varie cariche dello Stato e molti degli articoli della Costituzione.
Sono affezionata alla Costituzione e la prima parte, secondo me, è davvero molto bella. È stato piacevole scoprire che qualcosa che avevo sempre creduto fisso, letterale, invece possiede tante sfumature e chi ci ha lavorato sopra è stato davvero lungimirante.
Non mi piace molto l'articolo riguardante i Patti Lateranensi inserito nei principi fondamentali immodificabili, a vabbè, che una cosa non mi piaccia personalmente non ne sminuisce l'importanza.
Invece il resto non lo trovo così immodificabile: anche fosse davvero la Costituzione più bella del mondo (riprende comunque il modello sovietico del 1936, lodata da Togliatti proprio durante dei discorsi all'Assemblea Costituente e molti dei punti della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che è stata sì firmata il 10 dicembre 1948, ma la sua redazione è stata ben più lunga e l'Italia ha fatto la sua parte, non sarebbe sorprendente se ci fossero stati degli "scopiazzamenti" in corso d'opera, d'altra parte la stessa Dichiarazione, usata come principale documento di riferimento per gli accordi successivi, si rifaceva già a Dichiarazioni risalenti al XVIII secolo, ai Quattordici punti di Wilson e alla Carta Atlantica), una cosa bella può essere comunque soggetta a variazioni e adattamenti. In un momento di cieca speranza avevo detto sì a un parziale cambiamento: non so che mi prese, credevo che potesse aumentare il senso civico e fosse arrivato il momento di combattere davvero corruzioni e voti di scambio. Marciumi che partono dal cittadino quando votano per i favori e che arrivano in alto.
Ma è la mentalità a dover cambiare e lo studio di questa storia, di com'è nata la repubblica, di come si è evoluta, di ciò su cui si basa, secondo me, è il primo passo.
Il topic subirà aggiunte, restate sintonizzati!
Edited by Light - 28/6/2017, 20:06
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