Si dice che l'amore incondizionato sia raro ed essenzialmente in molti trovano la concretezza della definizione in quello delle madri per i propri figli.
Ma è davvero così? E cosa vuol dire "incondizionato"?
Esiste davvero?
Secondo me no.
Innanzitutto penso che ogni cosa ruoti intorno al soddisfare se stessi, anche le azioni più pure e altruiste.
La mancanza di condizioni già non ha senso per il fatto che il sentimento si genera per dei motivi e delle caratteristiche della persona, quindi non sarebbero già presenti in questo? E quando un sentimento si è formato e radicato in profondità, non diventa quasi scontato che possa resistere a molte prove?
Fare qualcosa per qualcuno senza volere qualcosa in cambio è una delle maggiori prove d'amore incondizionato, ma quel qualcosa in cambio non è anzi già intrinseco nel gesto in sé che provoca reazioni da "che bella persona" e la possibilità che il legame diventi ancora più solido?
Il fatto che si senta di non poter vivere senza qualcuno e che ci si sacrificherebbe per quella persona la trovo comunque una questione d'egoismo, non è tanto il benessere dell'altra persona quanto un vederla come un prolungamento di sé, rassegnazione, azzerare o dimimuire significativamente un eventuale senso di colpa o avere un motivo di conforto per colmare un vuoto e scongiurare una maggiore infelicità.
Sembra brutto posto così, ma è qualcosa su cui rifletto spesso da quando avevo 13 anni e chiesi a mia madre se mi avrebbe voluto bene ugualmente anche se non fossi stata sua figlia. Lei rispose no, che me ne voleva proprio perché sua figlia, altrimenti sarei stata un'estranea. Piansi tanto perché sentivo che fosse un amore forzato ( o meglio reso istintivo) dalla parentela, non ero io come persona, nel mio essere, a definirlo. Fossi stata un'altra persona sarebbe stato lo stesso.
Che ne pensate voi?
Ma è davvero così? E cosa vuol dire "incondizionato"?
Esiste davvero?
Secondo me no.
Innanzitutto penso che ogni cosa ruoti intorno al soddisfare se stessi, anche le azioni più pure e altruiste.
La mancanza di condizioni già non ha senso per il fatto che il sentimento si genera per dei motivi e delle caratteristiche della persona, quindi non sarebbero già presenti in questo? E quando un sentimento si è formato e radicato in profondità, non diventa quasi scontato che possa resistere a molte prove?
Fare qualcosa per qualcuno senza volere qualcosa in cambio è una delle maggiori prove d'amore incondizionato, ma quel qualcosa in cambio non è anzi già intrinseco nel gesto in sé che provoca reazioni da "che bella persona" e la possibilità che il legame diventi ancora più solido?
Il fatto che si senta di non poter vivere senza qualcuno e che ci si sacrificherebbe per quella persona la trovo comunque una questione d'egoismo, non è tanto il benessere dell'altra persona quanto un vederla come un prolungamento di sé, rassegnazione, azzerare o dimimuire significativamente un eventuale senso di colpa o avere un motivo di conforto per colmare un vuoto e scongiurare una maggiore infelicità.
Sembra brutto posto così, ma è qualcosa su cui rifletto spesso da quando avevo 13 anni e chiesi a mia madre se mi avrebbe voluto bene ugualmente anche se non fossi stata sua figlia. Lei rispose no, che me ne voleva proprio perché sua figlia, altrimenti sarei stata un'estranea. Piansi tanto perché sentivo che fosse un amore forzato ( o meglio reso istintivo) dalla parentela, non ero io come persona, nel mio essere, a definirlo. Fossi stata un'altra persona sarebbe stato lo stesso.
Che ne pensate voi?
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